L’ARTE DEL “FAR VINO”

Il terreno in cui sono stati coltivati i vigneti è argillo-sabbioso pleistocenico per i vini IGT e il tipico alberese misto con sassi per il Chianti. I vigneti di Guido Gualandi sono stati creati per prediligere la qualità: ogni pianta produce al massimo 900 grammi di uva e le viti sono tenute assieme con il metodo del cordone speronato basso, dell'alberello e Guyot. Per un ettaro, la resa media complessiva non supera i 60 quintali di uva. L'intera produzione non supera le 20000 bottiglie. I ranghi del vitigno sono zappati a mano e le piante sono trattate con poltiglia bordolese, e zolfo. La vendemmia si svolge dalla seconda metà di settembre fino alla prima settimana di ottobre. Per garantire fin dall’inizio la produzione di un vino di alta qualità, la vendemmia viene categoricamente svolta a mano e l’uva raccolta in bigonce. Solo così è possibile attuare un’accurata selezione dei grappoli.

DALLA BOTTE ALLA BOTTIGLIA

La vinificazione viene fatta utilizzando gli stessi metodi tradizionali che venivano usati in passato in grande parte della Toscana. Proprio per questo motivo, all’interno delle cantine, le moderne tecnologie sono quasi del tutto bandite ed i materiali usati sono uguali a quelli che venivano adoperati cinquanta o cento anni fa.
La fermentazione del mosto si svolge in tini troncoconici aperti o in botti italiane di rovere di Slavonia della ditta Garbellotto e della ditta Penna. Niente tecnologia nemmeno per la pressatura, che viene compiuta con un antico torchio manuale. La fermentazione delle uve avviene insieme ai raspi. In seguito, il vino viene messo dentro ad una prima serie di botti e barriques dove riposa circa 2 mesi senza mai essere travasato ed dove è movimentato attraverso la tecnica del batonnage. All’interno di questi contenitori, il vino completa la fermentazione malolattica, un processo che trasforma l’acido malico in acido lattico. Dopo due mesi, infine, viene spostato in barriques o in botti di rovere con capienza dai 3 ai 25 quintali. Qui rimarrà fino all’imbottigliamento. Durante la permanenza in botti e barriques, il vino è mescolato alle fecce molto spesso.

Prima dell’imbottigliamento, il vino non subisce alcuna chiarificazione e durante quest’ultimo viene attuata una filtrazione leggera oppure non viene attuata la filtrazione. Questo al fine di far rimanere integre ed esaltare le caratteristiche delle uve usate, le cui qualità devono permanere il più possibile anche nel prodotto finale.

Lista dei vini

Chianti Colli Fiorentini D.OC.G. “Poppiano”: prevalentemente derivante da uve Sangiovese, Cannaiolo e Colorino. Viene fatto fermentare a lungo sulle bucce, quindi invecchiato per 12 mesi in botti di rovere e per 6 mesi in bottiglia. Vendemmia: metà settembre a inizio ottobre. Produzione: circa 12000 bottiglie

GUALANDUS Sangiovese Toscano I.G.T.: sangiovese in purezza fermentato su e parte dei raspi. Viene sottoposto ad una doppia fermentazione grazie al procedimento tradizionale del “governo toscano” e quindi fatto invecchiare in botti italiane di rovere e in barriques.
Vendemmia: ultima decade di settembre e inizio ottobre.
Produzione: circa 2500 bottiglie

GALANTE Rosso Toscano I.G.T : prodotto prevalentemente da uve Sangiovese, Abrusco, Pugnitello e Foglia Tonda. Viene fatto fermentare sulle bucce per un medio periodo e poi invecchiato in botti italiane di castagno e rovere.
Vendemmia: ultima decade di settembre.
Produzione: circa 1200 bottiglie

FOGLIA TONDA Rosso Toscano I.G.T : deriva prevalentemente da un antico vitigno tradizionale toscano (e ormai quasi scomparso) dal nome omonimo. Viene fatto fermentare sulle bucce e sui raspi per un medio periodo per poi essere invecchiato in una piccola botte di rovere. Tutta la lavorazione in vigna e la vinificazione è effettuata a mano.
Vendemmia: ultima decade di settembre e inizio ottobre.
Produzione: circa 400 bottiglie

Rosé Sangiovese Toscano I.G.T : sangiovese fermentato senza bucce. Vendemmia: ultima decade di settembre e inizio ottobre.
Produzione: circa 1200 bottiglie

Vinum, Bianco Toscana IGT: malvasia e trebbiano. Vendemmia inizio Ottobre, vinificazione con uve leggermente passite e fermentazione sulle bucce e raspi secondo una ricetta di Plinio il vecchio.
Produzione: circa 800 bottiglie

Vinum, Rosso Toscana IGT: Merlot e Sangiovese. Vendemmia inizio Ottobre, vinificazione con uve leggermente passite e fermentazione sulle bucce e raspi secondo una ricetta di Plinio il vecchio.
Produzione: circa 800 bottiglie

Vin Santo del Chianti DOC. Uve Trebbiano appassite per 3 mesi. Vendemmia inizio Ottobre
Produzione: circa 500 bottiglie


Sulle etichette delle bottiglie sono riprodotte le opere di Guido Gualandi. L’arte e la tradizione di far vino sono quindi accompagnate dall’arte anche nel contenitore, che diventa così una nuova forma di esposizione di opere pittoriche.


IL NOSTRO OLIO

Il rispetto per la natura, coniugato all’attenzione per la qualità dei prodotti, sono le condizioni fondamentali che ci siamo posti nella produzione del nostro olio, derivante da 450 olivi di qualità Moraiolo, Frantoio, Piangente, Pendolino, Canino, Leccino, Razzo e Lazzaro.
Il rispetto per la natura ci impone di non usare antiparassitari, pesticidi o crittogamici chimici nei nostri uliveti. L’unico trattamento a cui sono sottoposti è la poltiglia bordolese, un composto usato in agricoltura biologica e utile a proteggere le piante da funghi e batteri. Anche la concimazione avviene attraverso metodi naturali e si avvale esclusivamente dell’uso di letame.

Per ottenere un olio di qualità superiore tuttavia non basta avere olive dalle eccellenti qualità organolettiche, ne è sufficiente un’attenta coltura degli olivi. Per raggiungere il miglior risultato è indispensabile anche una corretta modalità di raccolta e un’appropriata spremitura.
Allo scopo di evitare il danneggiamento dei frutti, la prima è fatta a mano attraverso le tecniche della brucatura e della pettinatura. Le olive vengono quindi raccolte in teli posti alla base degli alberi in modo da non farle sporcare con terra e impurità, che aumenterebbero l’acidità dell’olio a discapito della sua qualità. Per questo stesso motivo, non raccogliamo le olive già cadute a terra prima dell’inizio della raccolta.

Inoltre, affinché il livello dei perossidi presenti nell’olio non aumenti andando a peggiorarne la qualità, la frangitura viene fatta entro 24 ore dalla raccolta.